Il crinale della storia

La dottrina cristiana professa la fede nella Parusìa: la venuta in gloria del Figlio di Dio. Essa darà inizio agli eventi ultimi, agli eventi escatologici: il Giudizio, la Risurrezione, la Vita eterna.  Ultimi non perché cronologicamente posti al termine di questa storia ma perché rappresentano il fine verso cui il mondo tende.  

La parusia non è l’appendice di questa storia ma la trascende. Come il mondo non fu creato in un tempo, ma con il tempo, così non terminerà in un tempo ma con il tempo. Il giorno rovente come il forno sarà allora il crinale della storia, attraverso cui il Creato passerà dagli anfratti angusti  del tempo  all’eternità.  Punto di rottura dove tutto cambia, tornante che apre la visione verso un nuovo orizzonte,  breccia  che irrora di luce nuova le tenebre.

Lo raffigura molto bene  Alessandro Bruschetti,  pittore futurista morto nel 1980, nell’opera Giudizio Universale.

Bruschetti, Giudizio Universale, Chiesa del convento Francescano della Pace, Ancona, 1976.

L’arte contemporanea ha ormai definitivamente abbandonato gli schemi tradizionali che raffiguravano l’evento escatologico con categorie giurisdizionali. Essa si ispira ad una teologia che attende il  Giudizio Universale non come un  Dies Irae, dove, davanti al tribunale supremo, l’uomo sarà giudicato, ma come Dies Domini, in cui l’amore misericordioso del Padre colmerà i nostri cuori di tutto l’amore che essi riusciranno a contenere. E sarà una festa senza fine.  

Bruschetti raffigura il mondo con una serie di triangolazioni romboidali; la realtà storica è data dal colore che definisce volumi e prospettive. Ma tale realtà è attesa da una luce potente, che illuminerà tutto e tutti. E’ questo il Giudizio a cui siamo ‘destinati’. Lì Cristo Signore ci verrà incontro non come giudice che incombe ma come custode innamorato di ogni nostro frammento. Perchébnemmeno un capello del [nostro] capo andrà perduto.