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La nonna di Gesù

Sant’Anna, la mamma di Maria, la nonna di Gesù. La Chiesa la festeggia, insieme a suo marito Gioacchino,  il 26 luglio. Di questi due personaggi non c’è traccia nei Vangeli. É il caso in cui la tradizione popolare, aiutata dai racconti apocrifi, supera il racconto canonico. 
Quante emozioni, forse contrastanti, saranno sgorgate nel cuore di Anna, mentre la sua unica figlia, così tranquilla e mite, la sua Maria, le confidava ció che le stava accadendo. Quante volte, quasi in segreto, avrá osservato quel piccoletto che giocava nel suo cortile; quel suo sguardo profondo le diceva molto di più delle parole che stava imparando a pronunciare. Signore….pregava…proteggi questi miei cari …e sia fatta la tua volontà.

Nella produzione iconografica di Anna, l’opera più bella é probabilmente il bacio appassionato che Gioacchino e la sua sposa si scambiano fuori le mura della città.

Giotto-Incontro-di-Gioacchino-e-Anna-alla-porta-Aurea-1303-06-Cappella-Scrovegni-Padova

 

Nata dal genio impareggiabile di Giotto, é dedicato all’Immacolata Concezione, secoli prima che il dogma mariano fosse cristallizzato definitivamente.

 L’immacolatezza  di Maria viene qui  raffigurata indirettamente ispirandosi a particolari suggeriti da fonti apocrife, soprattutto il protovangelo di Giacomo.  Anna se ne stava sulla porta, e vedendo venire Gioacchino, gli corse incontro e gli si appese al collo, esclamando: “Ora so che il Signore Iddio mi ha benedetta molto. Ecco, infatti, la vedova non più vedova, e la sterile concepirà nel ventre”. Il primo giorno Gioacchino si riposò in casa sua.

La scena è  conosciuta come l’Incontro alla Porta Aurea di Gerusalemme.  Anna corre incontro al suo sposo che finalmente torna. Gli occhi negli occhi, un lungo abbraccio ed un appassionato bacio. E’ amore vero quello che Giotto riesce a fissare nel suo capolavoro. E’ da quell’amore che nascerà Maria! Alle spalle di Anna, alcune donne, assistono alla scena non trattenendo la gioia per quanto sta accadendo.  Sono quattro amiche vestite a festa (le trecce dei capelli simboleggiano la loro condizione di spose). Una quinta donna, girata, è proprio Anna, immaginata ancora nel suo periodo di vedovanza.