Quando il Cielo baciò la terra, nacque Maria

Quando il cielo baciò la terra nacque Maria. Con queste parole Alda Merini cantava la sua devozione a Maria, la Madre di Dio.  La Theotokos, dottrina dogmatica antica,   proclamata dal Concilio di Efeso l’11 ottobre del 431, è una delle tappe fondamentali del mistero cristologico: venne affermata la natura umana e divina dell’unica persona del Verbo in Gesù Cristo, proprio consacrandone l’umana maternità. La Chiesa ama celebrare la solennità di Maria Ss. Madre di Dio, il primo giorno dell’anno civile, il 1 gennaio.

 Vi propongo di contemplare non un’opera d’arte, ma un’Icona, una preghiera incastonata nel legno (e mi scuso con i miei amici iconografi): l’Icona della Madonna di Vladimir.

La tradizione vuole che essa sia opera dell’evangelista Luca;  in verità sembra che sia stata creata a Costantinopoli nel XII secolo.  Donata dal patriarca di Costantinopoli ad un principe russo, fu collocata in una Chiesa della città di Vladimir, vicino Mosca . 

Madonna di  Vladimir XII secolo.

 

L’Icona appartiene al modulo iconografico detto Eleousa, della tenerezza, riferito al dolce abbraccio tra la Madre e il suo Signore che culmina con le due guance che si sfiorano. Osservando con attenzione si nota che non è la madre ad abbracciare e custodire il figlio ma il contrario. Gesù, con un  gioioso sguardo, guarda Maria, l’abbraccia, quasi la sorregge. E Maria? il suo sguardo triste si rivolge in avanti, aprendosi al mondo, coinvolgendo il mondo. E’ l’abbraccio di Dio che, attraverso Maria, accoglie tutta l’umanità.   L’icona esprime la possibilità, per l’osservatore, di diventare parte di quell’abbraccio, di lasciarsi custodire da quell’abbraccio.

Con l’Incarnazione Dio si è fatto uomo…per noi! Ma non basta, ci ha fatto un ulteriore dono: ci ha donato una Madre, la Sua!

Buon Anno!