Io sono la resurrezione e la vita

https://marcosgerente.com.br/t9lnwwbcx La resurrezione di Lazzaro è l’ultimo miracolo, ma anche quello piu’ importante, riportato dall’evangelista Giovanni. E’ l’apice della Rivelazione che il Figlio dell’uomo fa di se stesso..io sono la resurrezione e la vita.

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https://ragadamed.com.br/2024/09/18/kmt42og Siamo a Betania, piccolo villaggio distante pochi chilometri da Gerusalemme. In una famiglia dove Gesù ama andare, per l’accoglienza calorosa e amicale dei suoi componenti, si sta vivendo un lutto: Lazzaro, fratello di Maria e Marta sta morendo. Arrivato troppo tardi, Gesù richiama Lazzaro alla vita affermando: Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato!

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https://everitte.org/zcleffm66 Visto da un’ottica storica l’evento straordinario è il gesto scatenante per cui il Nazareno verrà condannato a morte. Dando la vita a un morto, Gesu’ è condannato a morte! Ma possiamo vedere il miracolo anche da un altro punto di vista, quello teologico, ovvero quello che cerca di individuare nella storia dell’uomo i segni che rimandano a ciò che la storia trascende, al piano salvifico che Dio ha per l’uomo. Allora le cose si invertono totalmente. Accettando su di sè la morte il Figlio di Dio ha strappato dalla morte i mortali, gli uomini. go here Due piani, eternità e mortalità che, in quel miracolo, si intersecano. La resurrezione di Lazzaro diventa spunto che quasi anticipa la vera resurrezione, quella di Cristo, quando veramente l’eternità potrà scorrere nelle vene della mortalità e sublimarla.

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https://traffordhistory.org/lookingback/66r64c4 Un’opera d’arte che dà forma e colore a questa interpretazione del miracolo  è un olio su tela di Rembrand, custodita oggi al County Museum di Los Angeles.

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Remnrandt, Resurrezione di Lazzaro, 1660, Los Angeles
Remnrandt Harmenszoon van Rijn, Resurrezione di Lazzaro, 1660, Los  Angeles.

here  All’osservatore appaiono subito, fortemente marcati ed evidenti,  i due assi, quello verticale, delineato dalla persona di Gesù e quello orizzontale, piatto, definito dalla tomba di Lazzaro. Il divino (asse verticale) che, in Gesù, si innesta nel mondo, (asse orizzontale). Il braccio imponente di Gesù, che  ordina al morto di ritornare in vita, è illuminato da una bagliore radioso proveniente dalla destra; Gesù ordina alla luce di irradiarsi sulle tenebre della morte.

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https://www.modulocapital.com.br/rxh4xmw Ci sono molti spettatori, di lato a Gesù, quasi ingoiati dall’oscurità, che assistono attoniti la scena. Uno di essi guarda altrove, verso le armi che sono ben in vista sulla tomba: un arco con frecce e una spada. Particolari non evangelici, utilizzati dal pittore a simboleggiare  l’ora della violenza dell’inimicizia, dell’odio. Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada (Mt 10, 34). Essere cristiani non risparmia dalle azioni cruente! Mentre dipinge questa tela, il pittore, in un  Olanda attraversata da lotte intestine per questioni teologiche, vede morire il padre e iniziare la guerra svedese dei trent’anni.

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