E’ un nuovo giorno

 E’ un nuovo giorno sul Lago di Tiberiade

Il vangelo di Giovanni si conclude con l’apparizione di Gesù glorioso sulle sponde del lago di Tiberiade. I discepoli sono ritornati alla loro quotidianità e alle loro preoccupazioni: una pesca che non è stata generosa. Ed eccolo il Risorto, ancora una volta sconvolge le loro prospettive di vita.

Possiamo contemplare questo episodio attraverso l’arte di un pittore tedesco, Konrad Witz, vissuto nel XV secolo.

 

Konrad Widz, La Pesca miracolosa, 1444, Ginevra.

La pesca miracolosa è un dipinto su tela eseguito nel 1444 per la Cattedrale di San Pietro a Ginevra ed ora conservato presso il Musée d’Art et d’Histoire della stessa città.

Il pittore ha attualizzato la Parola evangelica ambientando l’apparizione del Risorto in uno splendido paesaggio lacustre identificabile con il lago di Ginevra per lo sfondo montuoso alpino tra cui emergono i ghiacciai del Monte Bianco.

Sei discepoli, dei sette citati dal vangelo, sono colti nel momento di un faticoso e realistico sforzo, mentre stanno issando la rete sulla barca, appesantita dalla straordinaria quantità di pesce, tanto che sembra sul punto di lacerarsi.

In primo piano scorgiamo Gesù, avvolto in un sontuoso mantello rosso, segno del suo sangue versato per noi, cammina sulle acque, senza peso perché il suo corpo è ormai glorioso.  Va verso san Pietro che, sceso dalla barca, a poco a poco, si sta inabissando.

Soffermiamoci su quest’incontro tra i due: Uno Dio, l’ altro uomo; uno con una corporeità gloriosa, l’altro con una corporeità biologica; uno cammina, quasi scivola, sulle acque, l’altro affonda. E’ questa la differenza sostanziale: la diversa interazione con le acque. Nella Bibbia il mare è simbolo del male, del peccato che Gesù, con la sua morte e resurrezione, ha definitivamente sconfitto.

Tale Grazia è riversata su di noi, dice Paolo, infatti Pietro non affonda ma viene sollevato dalle sue ‘pesantezze, dai suoi peccati. Questo è l’annuncio di salvezza con cui si conclude il quarto vangelo: Gesù non è più nel sepolcro, è in mezzo a noi e rende possibile la nostra salvezza sul male, la nostra resurrezione.