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Ama Dio e Ama il prossimo

Il Signore è mia rupe

A Gesù viene fatta l’ennesima domanda banale quanto insidiosa. La sua risposta ‘sembra’ altrettanto scontata: riconferma quanto detta l’antica legge: Ama Dio e Ama il prossimo. Dove sta la novità?

Egli accompagna la proclamazione della sacra regola con altre parole:  Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti.

Eccola la novità rivoluzionaria!

L’antica Legge ‘diluiva’ le dieci parole che YHWH aveva consegnato a Mosè in  ben 613 precetti. Di questi 365 erano proibizioni: uno per ogni giorno dell’anno. Tutti gli altri, corrispondenti al numero delle ossa umane allora conosciute, erano positive. Un vero e proprio labirinto!  Inoltre, poiché la maggioranza delle persone  credeva che l’intero corpus etico provenisse direttamente da Mosè,  chi non lo ricordava tutto era considerato irrimediabilmente ‘stolto’.

Gesù proclama il grande ed unico comandamento: amare Dio. Fare del Padre il baluardo di riferimento,  la  roccia su cui costruire la propria vita. Sant’Agostino diceva:  Ama Dio e fa’ ciò che vuoi! L’ invito è valido per tutti gli uomini, di ogni tempo. Il vero credente è colui che fa del Padre la rupe da cui osservare la propria esistenza. E’ quanto suggerisce il salmo 17.

Ecco perché vi invito ad ammirare un capolavoro di Paul Cezanne, La rupe rossa.

La grande roccia rossa, in primo piano, ben squadrata, è la rupe. Essa si erge verso l’alto, verso il nitido cielo azzurro. Funge  da sipario a tutto il paesaggio retrostante, dà la misura delle realtà che vi sono poste, serve da riferimento per la giusta prospettiva.  E’ di un colore molto forte, tipico dell’arte di Cezanne  secondo cui il colore è ciò che dà vita: “Non c’è una via per tradurre tutto, per rendere tutto: il colore”.

Un’opera, questa, che di riferimento al brano evangelico non ha nulla, né esplicitamente né implicitamente, ma che può contenere ugualmente quella sensibilità religiosa che ci permette di arrivare all’Altro. Spero di non scandalizzare nessuno, ma mi piace interpretare la rupe di Cezanne  in chiave teologica.  Essa, per quanto solida, non è statica ma libera da sé  un duplice movimento: il primo verticale, verso l’alto, verso il cielo ceruleo… verso Dio! Il secondo orizzontale, verso la vita, rappresentata dal resto del quadro e a cui, dicevamo prima, funge da sipario, da punto focale a partire dal quale ogni cosa assume la sua giusta posizione.    Essere credenti significa fare di Dio il riferimento vitale, a partire dal quale tutte le cose e le esperienze assumono  il loro giusto nome. E poi c’è il colore rosso, forte e deciso, rimanda al colore che, per tradizione,è simbolo dell’àgape evangelica.

Ama Dio e ama il prossimo… Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.. che Cristo ci annuncia.