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Briciole di salvezza per tutti

Gesù e la Cananea

Gesù, ci spiega Matteo, si è ritirato nella zona di Tiro e Sidone, due splendide città poste a nord-ovest della Galilea. Terra pagana, era diventata per antonomasia, l’emblema dell’infedeltà. I Cananei adoratori di Baal e di Asherah,  erano i nemici contro cui Israele aveva dovuto combattere strenuamente per stabilirsi nella terra promessa.
Eppure il Nazareno si ritira in quei luoghi proprio in un momento di particolare incomprensione: gli scribi e i farisei lo accusano di violare la sacra Tradizione; la folla che lo segue mal capisce che tipo di ‘Regno’ è venuto ad inaugurare, persino gli apostoli faticano a capire interpretando le sue parole come una parabola.

In tale contesto avviene l’incontro con la cananea: una donna pagana, una madre logorata dalla sofferenza della figlia, ma sopratutto una credente che riconosce in Gesù il Signore!

Mattia Preti, Cristo e la cananea, Stoccarda, Staatsgalerie, 1565 ca.
Storia di un incontro

Questa meravigliosa opera d’arte di Mattia Preti, ben interpreta il messaggio del brano Matteano. Fulcro di tutta la scena, non è il miracolo, come non lo è nel brano evangelico, ma l’incontro. L’artista lo raffigura in modo semplice ma, proprio per questo più efficace:  i volti dei due protagonisti si specchiano l’uno nell’altro a tal punto da poter idealmente tracciare una retta che li unisce.  Gli occhi della donna incrociano  e fissano quelli di Gesù: uno sguardo estremamente eloquente che rivela il profondo amore che quella donna custodisce nel suo cuore.  Tutti gli altri personaggi, pur osservando la scena, hanno il volto diretto altrove, solo la giovane cananea ha la forza e il coraggio di fissare Gesù.

Universalità della salvezza

Tra i due protagonisti appare un cucciolo di  cane. Molte volte gli artisti che hanno raffigurato l’episodio, hanno inserito questo particolare. (Spesso lo ritroviamo anche nelle raffigurazioni dell’ultima cena). Probabilmente il riferimento è alle parole di Gesù citate dalla cananea: Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». È, vero, Signore – disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni.
Nella cultura  giudaica i “cani” erano  i pagani, miscredenti,  impuri e idolatri. Per estensione erano anche tutti i non Israeliti, che non condividevano la fede nell’unico Signore di Israele.  Paolo, che pure viene definito l’apostolo dei gentili e dei pagani, esclama: Guardatevi dai cani; guardatevi dai cattivi operai” (Fil 3, 2). Anche questo particolare pone in evidenza la totale rivoluzione che Gesù è venuto ad attuare nella tradizionale e rigida religiosità degli uomini: come anche i cani riescono a nutrirsi dalle briciole che cadono dalla tavola del padrone, così chiunque si avvicina alla Buona Novella, si salva. Il progetto di salvezza che Dio Padre ha pensato è universale, per tutto l’uomo e per tutti gli uomini, non si lascia incasellare in rigidi e sterili schemi umani; la grande fatica che Cristo compie è far comprendere agli uomini tutto ciò.