La tempesta sedata

Una notte tempestosa

Nel vangelo di questa settimana ci viene descritto il famoso brano della tempesta sedata.  

L’episodio, riportato da tutti e tre i vangeli sinottici,  è stato ampiamente raffigurato nell’arte, fin dagli albori dell’era cristiana. Basti pensare ai fregi di Maestro di Cabestany o ai mosaici di Monreale, all’opera  del Tintoretto o a quella del meno noto Amédée Varin.  Io vi propongo la stupenda tela di Rembrandt, custodito al Museo di Boston fino al suo furto, avvenuto il 18 marzo 1990.

Rembrandt, La tempesta sedata, 1633

La pericope marciana fissa due atteggiamenti diametralmente opposti: quello terrorizzato degli apostoli e quello estremamente tranquillo di Gesù che, addirittura, si addormenta.  I primi sono  sconvolti e in preda al panico, lottano contro una tempesta improvvisa rischiando di finire sugli scogli che il pittore ha messo  in primo piano.

Osservando l’opera lo spettatore viene catturato dagli sguardi atterriti di quegli uomini, ognuno dei quali viene meticolosamente raffigurato .  Uno  vomita sporgendosi dal fianco della barca. Un altro, invece, rivolge lo sguardo direttamente all’osservatore  e, aggrappandosi ad una fune, cerca di mantenere un minimo di equilibrio e di non essere trascinato dall’impetuosità delle onde.  Sembra cercare il nostro  sguardo per poter condividere con noi le sue stesse domande: come mai mi trovo in mezzo a una tempesta?Quando finirà? Mi salverò? 

Inevitabile il rimando a quanto tutti noi stiamo vivendo da quasi due anni: la pandemia! Anche Papa Francesco, il 27 marzo 2020, nell’incontro di preghiera straordinario in tempo di epidemia, ha affermato che siamo tutti nella medesima barca.

All’atteggiamento terrorizzato degli Apostoli, il vangelo oppone quello estremamente tranquillo di Gesù. In quella situazione estrema il figlio di Dio dorme! Ed ecco la voce di qualcuno che, seppure timoroso,  si arrabbia e urla: “Maestro, non ti importa…?”. E’ la nostra voce! Quante volte abbiamo ripetuto la stessa cosa! Quando la paura  ci paralizza o il dolore ci lacera il cuore, quando la vita ci pone inesorabilmente davanti al perché della sofferenza, al perché della morte…alziamo la medesima domanda a Gesù: non ti importa di me? Quasi che il nostro dolore dipendesse da una mancata attenzione di Dio!

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Papa Francesco risponde: “Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te…Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri”.