Una famiglia come tante

La Sacra Famiglia

La Festa della Sacra Famiglia è celebrata dal XVII secolo. Istituita perchè la famiglia di Nazareth sia da esempio ed impulso all’istituto della famiglia, cardine del vivere  cristiano e sociale.

Moltissime sono le raffigurazioni artistiche, in tutte le epoche e con tutte le varianti. Tre persone, tre ruoli, uniti da un unico inconfondibile legame: l’amore.

Vi invito ad ammirare  questa opera di Bartolomé Esteban Pérez Murillo, uno degli artisti più famosi del barocco spagnolo. Il pittore  dipinse la Sacra Famiglia, oggi custodita al Museo Del Prado, nel 1650. Non a caso chiamato il ‘pittore della dolcezza’, fissò con il suo genio artistico una serena scena familiare intorno a Giuseppe, Maria e al Bambino. Una condizione quotidiana scelta da Dio  per mandare suo Figlio. Niente di più normale e al contempo di più sacro.

Bartolomé Esteban Pérez Murillo, la Sacra Famiglia

E’  come uno scatto fotografico in un momento di intimità quotidiana;  una casa semplice e povera, che funge anche da bottega di falegnameria. Maria, stranamente in secondo piano, sta avvolgendo in un gomitolo il filo che si srotola dall’arcolaio; ai suoi piedi la cesta di vimini con i panni da rammendare. Il centro della scena invece è occupato da un giovane Giuseppe, anche qui particolare quasi inedito, che si è allontanato momentaneamente dal banco di lavoro  che s’intravede alle sue spalle, per giocare un po’ con suo figlio, Gesù. Le gambe del giovane padre sono coperte da un mantello rosso. Colore simbolo della Umanità del Cristo ma anche della sua passione per gli uomini. Giuseppe in questa icona diventa quasi come la greppia che delicatamente e discretamente accoglie il Dio Bambino.

Il bambino, a sua volta gioca con un cagnolino e con un uccellino che tiene stretto nella mano. Ecco, proprio questi due ultimi particolari, quasi secondari, diventano il fulcro a partire dal quale si può leggere il messaggio Teologico che l’artista ci dona.

L’uccellino, un pettirosso, tanto utilizzato dai vangeli apocrifi,  rappresenta la Redenzione, il cagnolino la fedeltà e l’obbedienza a ciò che verrà. Il Cristo, il Messia, si è incarnato nella quotidianità nascosta e apparentemente banale, per offrire a tutti coloro che gli saranno fedeli, che crederanno in lui, la vita eterna.

Come la famiglia di Nazaret, tutte le famiglie cristiane diventano ‘luogo teologico’ perchè segno dell’amore universale di Dio.  San Giovanni Paolo II, in una Catechesi del Mercoledì, affermava che la famiglia è chiamata a riflettere, nel calore delle relazioni interpersonali dei suoi membri, un raggio della Gloria di Dio.