I due figli

Apparenza e sostanza

Ancora una parabola sul Regno, ancora la simbologia della vigna.  Questa volta l’attenzione è posta sul comportamento di chi è chiamato a lavorarci. La parabola dei due figli ha in sé una forza unica. Gesù, nel raccontarla, intendeva sgretolare quella spessa coltre di perbenismo e formalismo che dominava alcuni ambiti della religiosità  ebraica. Essa  divideva la società in due rigidi gruppi, giusti e peccatori accreditando ai primi una ineguagliabile perfezione e una pretesa di essere già salvi, ai secondi unicamente la dannazione divina e il conseguente disprezzo e ghettizzazione da parte della societàI protagonisti del racconto si distinguono non per l’origine, sono fratelli, figli di un unico padre, quindi con le medesime potenzialità; bensì per le diverse e opposte risposte che danno all’invito del genitore.

L’annuncio di Gesù è sostanzialmente blasfemo perché rompe ogni schema di pensiero su cui il giudaismo fondava le sue sicurezze e le sue convinzioni religiose di giustizia e di salvezza. La salvezza non è un diritto dovuto dalla discendenza, essere cioè figli di Abramo, ma è un dono che riceve colui che pone la totale apertura e disponibilità della propria vita al Figlio dell’uomo.

Quanto il Nazareno disse ai suoi connazionali è valido per ogni tempo e per ogni uomo. Non basta dirsi cristiani per poter ‘pretendere’ da Dio la felicità.  Matteo aveva già affermato in un’altra occasione: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” . Più importante del dire è l’essere realmente e quotidianamente disponibile alla volontà del Signore.

Questa duplicità tra apparenza e sostanza, presente ancora nella società odierna ma che può riguardare ogni singola persona  è il messaggio del quadro di Giorgio De Chirico, Le due maschere. Due manichini, soggetti tradizionalmente raffigurati dall’artista; uno, in primo piano, definito solo da ciò che appare, i capelli estremamente curati, i vestiti ma vuoto dentro; l’altro, apparentemente banale, bianco ma consistente, pieno. Rappresentano il pensiero dell’artista.  ”Ogni cosa ha due aspetti. L’aspetto consueto che ciascuno vede, quello spirituale, quindi metafisico, che solo pochi individui sono capaci di vedere in particolari momenti’. Ma i due soggetti  possono essere i due fratelli della parabola evangelica. Ciò che conta agli occhi del Signore è la volontà di compiere, non a parole, ma con i fatti la volontà di Dio. La santità non consiste nell’essere convinti di non aver mai peccato, ma nel proposito di non peccare.