La vigna della storia

Il Paradiso non è il paradiso

Il Regno di Dio, annunciato da Cristo,  non è un luogo ideale e perfetto, la città ideale dove giustizia e pace regnano incontrastate; o almeno non è primariamente tutto ciò. Il Paradiso non è il paradiso!

Il Regno di Dio è anzitutto una persona; è la Persona! Il motore primo per i filosofi; il Padre Misericordioso per i Credenti.  Egli implode, nella sua Trascendenza, ed ‘esce’, all’alba della storia, per incontrare gli uomini, tutti gli uomini. Da tale incontro scaturisce un patto, con una ricompensa: l’eternità. Essa non può essere quantificata, va oltre qualsiasi misurazione, trasborda qualsiasi limite, ecco perchè è uguale per tutti. Ma noi,  piccole creature limitate nel nostro micromondo fatto di attimi finiti, non ce ne rendiamo conto e osiamo chiedere ‘parcelle’ diverse…quasi che l’eternità possa essere monetizzata.  Non ci rendiamo conto che importante è altro, è l’Incontro! E’ l’invito a lavorare nella vigna! C’è posto per tutti; c’è bisogno di tutti! Ciascuno con un compito preciso, diverso, ma con un unico scopo: produrre frutto, uva per il vino nuovo.

E’ su questo particolare che vorrei invitarvi a riflettere: la vigna.

Nella simbologia veterotestamentaria la vigna rimandava al popolo di Israele. Nei suoi frutti abbondanti  o nell’assenza di essi si individuava il progressivo realizzarsi del Popolo di YHWH o la sua decadenza.  In epoca neotestamentaria Gesù reinterpreta il simbolo della vigna e se ne serve per rivelare alcuni aspetti del Regno di Dio, presente nella sua persona e azione. La vigna è anzitutto il Nuovo Popolo di Dio, la Chiesa, ma in una accezione più tarda la vigna è  l’intera umanità,  il mondo intero, in cui vi sono i ‘vignaioli’ che preparano l’avvento del Regno.

Probabilmente van Gogh non pensava alla parabola matteana o alla simbologia cristiana quando dipingeva il suo capolavoro; eppure questa tela è vicina  in modo inequivocabile al messaggio  evangelico.

Il quadro ritrae una giornata di vendemmia nella campagna di Arles, in Provenza, dove Vincent si era trasferito nel 1888. Le donne, chine a lavorare, trasmettono l’idea della pesante fatica;  il  sole giallo e pallido indica che la giornata volge ormai  al tramonto. Sulla destra, la strada bagnata dalla pioggia, sembra quasi un fiume che scorre.

Domina il colore  rosso che nei tratti più scuri si accosta naturalmente all’immagine del vino.  Il colore della passione, dell’amore; esso  colora la vigna-mondo in cui Dio chiama ciascun uomo a lavorare. Solo una vita scandita dalla passione, dall’amore è una vita pienamente umana.  Ma il vero amore, quello Originale, è quello che sgorga dalla fonte da cui tutto ha origine, da Dio. Dire sì a Dio significa ricolmarci fin d’ora di questo amore, toccarlo con mano nella ‘vigna’, nella nostra vita terrena, preparare la nostra anima ad essere ricolma dello Spirito che Dio ci darà, come giusta ricompensa alla fine dei tempi.