Un bicchiere d’acqua fresca

Chi accoglie voi accoglie me

Avvicinarsi a Cristo, il Figlio di Dio, significa accettare la sua proposta rivoluzionaria. Essa scardina le certezze di questo mondo, frantuma tutte le sovrastrutture  che rendono la vita apparentemente ricca ed agiata, per cercare l’essenziale, come un bicchiere d’acqua fresca.

Seguire  Cristo, il Signore dell’Universo, significa avere il coraggio di avventurarsi verso mete illimitate, verso altezze  mai ambite, verso speranze nemmeno ipotizzate. Unico fulcro vitale di questa nuova vita è l’amore, anzi l’Amore con la A maiuscola perché ha come unica fonte sorgiva la Misericordia di Dio.

Lo dice Gesù stesso, nell’ultima parte del  discorso missionario riportato dall’evangelista Matteo. Usa parole forti, il Nazareno, a prima vista inquietanti. Non è degno di me. Per tre volte rimbalza dalla pagina questa affermazione dura !

Ma come…non è degno chi ama i genitori?… Chi ama i propri figli?…Come è possibile che il Figlio di Dio aggredisca il più naturale degli amori? In realtà è proprio il contrario. Gesù cita l’amore naturale dell’uomo, quello genitoriale e quello filiale, per dire che bisogna avere il coraggio di andare ben oltre la nostra natura, cercare l’amore sovrannaturale, l’amore divino. Dove cercare? Negli occhi di chi ci vive accanto! E’ come un ossimoro: Occorre abbracciare il mondo…per toccare Dio!

Eloquente, per la nostra riflessione è un’opera di Josef Kunstmann, pittore del XX° secolo.

Josef Kunstmann, L'abbraccio, 1949
Josef Kunstmann, L’abbraccio, 1949, pubblicato in The Circle n. 3.

Un unico tratto delinea i protagonisti di quest’abbraccio! Il volto di uno diventa volto dell’altro. Accogliere significa avvicinare l’altro a sé, alla  propria esistenza. E’ farsi viso, occhi, voce dell’altro. L’immagine è stilizzata, essenziale, come il bicchiere d’acqua  citato dal vangelo! Eppure sa esprimere il calore che quella relazione produce. Non ci è dato di sapere i due chi sono: un uomo e una donna? Probabilmente sì. Ma possono essere una madre e un figlio; due amici; addirittura due sconosciuti,

Un’accoglienza  nasce dal riconoscere nell’altro un tu, un fratello, una persona con la  mia stessa dignità. Con la consapevolezza che dietro i lineamenti dell’altro ci sono quelli dell’Altro, di Cristo stesso.