Ad-Dio di Gesù

L’Ascensione è l’ultimo atto della vita terrena di Gesù. Il Nazareno si accommiata dal mondo. Termina  quella relazione storica che lo ha reso ‘naturalmente uomo’ così come tutta l’umana specie. Ma più che un addio, l’evento  dell’Ascensione, è un  ad-Dio di Gesù. Egli si volge definitivamente al Padre per essere ricolmato, nella sua persona già risorta, dello Spirito Santo.

Nel Giordano, al cospetto del Battista,  Dio aveva fatto scendere sul Verbo Incarnato il suo Spirito.
Morendo l’uomo di Nazaret aveva ridato lo Spirito al Padre.
Dopo la resurrezione, il suo corpo vittorioso sulla morte, viene ricolmato, come una brocca ad una sorgente, dell’Amore divino.
E’ questa l’Ascensione! 

Non una ‘salita’, come la parola erroneamente lascia intendere, ma un passaggio ontologico. Il Figlio di Dio, dopo la Resurrezione, porta la sua natura umana, alla piena comunione con il Padre.

Una verità di fede non semplice da comprendere ma che sembra perfettamente espressa in un capolavoro di Rembrandt, L’Ascensione di Cristo, un olio su tela del 1636 e oggi custodito all’Alte Pinakothek di Monaco.

Rembrandt, Ascensione, 1636, Monaco
H. Rembrandt, Ascensione, 1636, Alte Pinakothek, Monaco

Al centro di una struttura circolare, composta dagli Apostoli e da alcuni Angeli (mondo umano e mondo divino) c’è Gesù, con le braccia alzate che ascende al cielo. Le sue vesti hanno la stessa forma della colomba posta in alto a simbolo dello Spirito Santo. Ecco l’espediente con cui l’artista ‘spiega’ iconograficamente l’Ascensione. La persona di Gesù risorto è ricolmata dello Spirito di Amore tanto da assumere la stessa forma.

Un secondo particolare merita di essere sottolineato: il forte contrasto tra tenebre e luce. Gli Apostoli sono immersi in un’oscurità quasi totale. Ma dall’alto la luce emanata sia dalle vesti di Gesù che dallo Spirito colomba, la stessa e unica luce, scende verso il basso come una cascata irruente, pronta ad illuminare tutto rompendo la coltre delle tenebre.
L’Ascensione è sì un evento Cristologico, ma sempre posto all’interno del Mistero di redenzione che Dio vuole per tutti gli uomini. Gesù, portando la sua natura umana al cospetto di Dio Padre, ha aperto un varco tra il tempo e l’Eterno. 

La grande gioia  deriva dalla consapevolezza che l’addio di Gesù non ha lasciato un vuoto, ma ha permesso una Presenza, infinitamente più grande, in mezzo a noi, nei nostri cuori.