Se mi amate

Nel brano giovanneo che la Liturgia ci propone questa domenica, Gesù chiede ai suoi di amarlo. Non un comando, non una costrizione, ma una richiesta gentile, delicata: se mi amate.

L’amore, quello vero, non può essere una costrizione, un dovere! Esso nasce spontaneamente in un terreno fertile di libertà e di fiducia. Così è la fede! La pratica di  esercizi cultuali, il  dovere, il rispetto delle regole……sono tutte attività importantissime ma il primato, l’esperienza fondante che ci rende credenti, è la scelta per Dio, è decidere di amarlo!

Quando amiamo Dio siamo collocati, automaticamente nella sua via trinitaria e amiamo come Egli ama. L’Amore che lega il Padre al Figlio e viceversa, diventerà anche nostro. Gesu’ lo spiega bene nel brano giovanneo dove ribadisce più volte il concetto usando un vocabolario che esprime unione, intimità, comunione.

Un’opera d’arte che esprime iconograficamente le parole di Gesù è la Trinità di Masaccio, custodita nella Chiesa di Santa Maria Novella a Firenze.

Masaccio, Trinità, 1425-27, Basilica di Santa Maria Novella, Firenze.
Masaccio, Trinità, 1425-27, Basilica di Santa Maria Novella, Firenze.

Chi entra in Santa Maria Novella dalla porta laterale, vede, davanti a sè, la parete opposta squarciarsi, grazie al meraviglioso gioco di prospettive creato dall’artista, per far spazio ‘nella storia’ ad una meravigliosa teofania.

L’affresco raffigura la SS. Trinità secondo il soggetto iconografico del ‘Trono di Grazia’ che si ispira a Eb 4,10. Dio Padre, a piedi nudi, si erge su una piattaforma. Ha le sembianze di uomo maturo e l’espressione ieratica. Le braccia distese reggono il legno della croce. Su quest’ultima è posto il Figlio Crocifisso. Padre e Figlio hanno la stessa statura e sono gli unici a non essere soggetti alle regole prospettiche. E’ il Divino, l’Eterno ad essere così rappresentato.

Il gesto del Padre indica la profonda intimità che lo lega al Figlio. Quel legame indissolubile rende il Padre sofferente con e quanto il Figlio! Tra i due è posta la Colomba simbolo dello Spirito Santo. Ha le ali alzate verso il Padre tanto da non essere subito evidente. E’ il momento in cui Gesu’ Chinato il capo restituì lo spirito (Gv 19,30). Sarà proprio questo Spirito che, su richiesta di Gesu’, verrà effuso sui discepoli. L’altro Consolatore di cui parla il brano giovanneo.

Al lato della croce scorgiamo Maria. Invita lo spettatore a contemplare l’evento e attraverso di esso comprendere cosa significa veramente essere cristiani. Bisogna contemplare la Croce, ‘luogo’ dove Dio Padre tocca la nostra storia; ‘luogo’ attraverso cui lo Spirito ci viene promesso e poi donato per rimanere sempre con noi rendendoci capaci  di amare  così come ama Dio.