La parabola del povero Lazzaro

Nel Rijskmuseum di Amsterdam è possibile ammirare un’opera di autore ignoto, forse di Pieter Cornelius van Rijck, che è la traduzione, in forma e  colori, del brano di Amos, profeta proposto dalla liturgia  di questa domenica. Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria…mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla…bevono il vino in larghe coppe…Parole che fanno da sfondo esistenziale alla parabola del ricco e del povero Lazzaro raccontata da Gesù.

Pieter Cornelius van Rijck ?, Lazzaro e l’uomo ricco, 1620, Rijsksmuseum, Amsterdam.

Un’opulenza esagerata

Su un  banco da cucina sono raffigurate ricche e abbondanti vivande pronte per essere cucinate e portate dai servitori alla tavola del padrone di casa, posta solo in un secondo piano. E’ proprio su quell’abbondanza che l’artista vuole fissare l’attenzione. Essa è l’effige dell’opulenza esagerata che si oppone, visivamente, alla povertà di Lazzaro, che, in lontananza,  chiude la prospettiva dell’ambiente. Una sorta di dualismo in cui il mondo sembra irrimediabilmente diviso: chi gode e chi soffre, chi mangia e chi muore di fame.

Una serie di simboli

Ci sono dei particolari, in quella natura morta, che simboleggiano  i ‘vizi’ che danno il via alle azioni malvagie dell’uomo. C’è un cane ringhioso, si oppone al cane mansueto posto vicino a Lazzaro. Il primo simbolo dell’invidia, dell’avidità, il secondo della fedeltà. C’è un gatto che sta rubando del pesce è simbolo della maldicenza e della cattiveria. C’è un gallo nero, morto. Simbolo di un’ alba che non ci sarà. Di una di-sperazione in cui il mondo imperversa per un futuro di dannazione.

Infine c’è  l’agnello squartato ma con la testa integra e con gli occhi aperti, tanto da sembrare ancora viva. E’ forte il simbolismo evangelico. È l’agnello di Dio che, offrendosi in sacrificio, inaugura un nuovo Regno la cui unica regola sarà l’amore divino. Allora tutto sarà capovolto: il povero diventerà ricco di amore mentre il ricco si accorgerà che i suoi averi lo hanno condotto ad un’eterna povertà; l’affamato sarà saziato dal pane del cielo mentre l’Epulone sprofonderà in una fame eterna!