La croce dei nostri giorni

L’arte cristiana contemporanea è eloquente quanto quella tradizionale: sebbene in modo totalmente diverso e con un linguaggio autonomo,  riesce a dar forma e colore a brani biblici e dottrinali secondo categorie più consone al credente del terzo millennio. E’ il caso dell’opera che vi propongo di ammirare come approfondimento del Vangelo di questa domenica. L’opera, Dacci oggi il nostro pane quotidiano, datata 1999,  è un plotter su tela di Mauro Manfredi  e raffigura la Croce dei nostri giorni.

M. Manfredi, Dacci oggi il nostro pane quotidiano, 1999.

Davanti ad una folla numerosa ma amorfa e senza identità precisa, Gesù esplicita in modo chiaro cosa occorre per definirsi suoi discepoli. Un amore radicale, verso Dio e verso il prossimo!

Un amore che non toglie, non sottrae, ma aggiunge ama più di quanto già riesce ad amare e  diventa Croce. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
 Occorre calcolare bene il peso e la forza necessari: Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine.

In altre parole non si può essere cristiani fondando la propria scelta  su isolati eventi della vita o occasionali  onde emotive o sentimentali. Chi vuol seguire Gesù deve fare scelte concrete e mirate  non annacquate dalla convenienza o dal pressappochismo!

Ed eccola, la nostra croce! E’ chiaramente rappresentata nel quadro di Manfredi. In un campo bianco è delineato uno spazio a forma di croce, quasi una finestra sulla realtà.  È bordata di rosso, colore del sangue ad indicare le violenze che riempiono la nostra storia. Ma il rosso è anche segno della passione che il cristiano deve avere nei confronti del suo prossimo. Al centro un’immagine nota perché mandata quotidianamente nelle nostre case dai mass media. Quel bambino, innocente, ridotto a  larva umana. Il colore negato, indica che ormai non ha più vita. Sullo sfondo un macabro cumulo di teschi, simboli delle tante violenze a cui assistiamo e di cui siamo co-responsabili. ll bordo rosso diventa fiume di sangue che percorre lo spazio prospettico del quadro e dal fondo giunge fino al primo piano  bagnando i piedi della croce

Ecco la croce che dobbiamo abbracciare, che dobbiamo fare nostra!

Finché ci sarà un solo bambino che patirà la fame, finché  ci sarà un solo innocente che muore ingiustamente…..non saremo dei veri cristiani!