La Tentazione di Gesù

Una reale esperienza

 La tentazione che Gesù ha subìto da Satana è stata sicuramente un’esperienza reale, storica, vissuta e, a rigor di logica, confidata da lui stesso agli amici più intimi. Infatti è narrata da tutti e tre i sinottici e posta, all’ unìsono, all’inizio della vita pubblica del Nazareno.   

Come veramente siano andate le cose non ci è dato di sapere!

Luca e Matteo ne fanno un episodio drammatico scandito in tre atti, con tre diversi palcoscenici: il deserto, il Tempio di Gerusalemme e la cima di un monte. L’unica differenza è l’inversione tra la seconda e la terza scena.

Rappresentano tre momenti e luoghi diversi in cui Gesù ha percepito fortemente la tentazione demoniaca? Oppure  tre ambiti diversi entro i quali Gesù poteva dare un concreto ed immediato aiuto ai suoi conterranei: un  messianismo sociale simboleggiato dalla pietra trasformata in  pane, un messianismo  politico simboleggiato dal potere sui  regni della terra, un messianismo taumaturgico simboleggiato dal pinnacolo del Tempio. Ma la sua missione si sarebbe esaurita all’interno della storia ebraica…Lui era il Verbo incarnato….venuto a dare la salvezza a tutti gli uomini!

L’opera d’arte che ben simboleggia questa triade è presente tra i mosaici che ornano il Duomo di san Marco a Venezia. I mosaicisti hanno raffigurato, come fotogrammi di un film, le tentazioni di Gesù, in modo che l’osservatore possa soffermarsi sull’insieme del racconto evangelico per coglierne l’unico messaggio.

Le tentazioni di Gesù nel deserto, Mosaico, Venezia, Basilica di S. Marco, sec. XIII.

Nel primo ‘fotogramma’ scorgiamo Gesù, seduto su una pietra a forma di  trono.  In mano ha il rotolo delle Sacre Scritture, in riferimento alle risposte che egli dà al maligno: Sta scritto…. .Di fronte, in opposizione, Satana. E’ raffigurato come un essere alato e nero;  il capo è adornato con una corona, come i re della terra: è il principe del male! Ha tra le mani una cesta con delle pietre. E’ la prima drammatica tentazione con cui  Gesù ha dovuto fare i conti: il popolo moriva di fame, era sottomesso all’impero romano e governato da una casta a cui non importava affatto il disagio della massa. Il Nazareno avrebbe avuto le capacità di ribellarsi a tale situazione e combattere per una giustizia sociale.

Nel secondo ‘fotogramma’ Gesù è seduto sul pinnacolo del Tempio; gli artisti hanno seguito la cronologia matteana. La struttura scenografica è la medesima.  La tentazione di Gesù consisteva nella possibilità di portare ‘aria nuova’ ad una religiosità spesso  asfissiata da regole troppo rigide e vuote.

Infine il terzo fotogramma con Gesù in piedi, sulla cima di un alto monte, si  oppone, ancora  una volta, a Satana.  Egli aveva la possibilità di identificarsi con quel tanto atteso messia politico che avrebbe  reinstaurato il Regno di Israele.

Il racconto rappresenta l’attenta analisi  della libertà umana, della sua capacità di decisione e di scelta. Come Adamo, nel giardino genesiaco è posto dal creatore sotto l’albero della conoscenza del bene e del male, simbolo di un agire morale libero e volontario, così anche Gesù, vero uomo, è davanti a una libera scelta  che riguarda la sua missione. La differenza tra i due sta nella decisione: il primo si sottomette al male (mangia la mela!) il secondo decide di aderire totamente al progetto divino! Ecco perchè Gesù è il Nuovo Adamo, venuto a sconfiggere definitivamente il male.

I mosaici veneziani esprimono tale concetto con il colore dei vestiti indossati da Gesù: la tunica dorata evidenzia la sua natura divina, il mantello azzurro la sua totale dedizione alla missione divina: da uomo, salvare l’uomo! Egli, vero dio e vero uomo, è Colui che ha vinto, con forza e serenità, il demonio rimanendo fedele alla volontà del Padre celeste ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. Rispettando il versetto evangelico la scena mosaicale si chiude  con l’arrivo degli Angeli  ma anticipa invece  la caduta definitiva di Satana.