Una questione di amore

Il Vangelo di questa domenica ci invita ad essere misericordiosi come il Padre. 

Ma che cosa è la misericordia?

Non è un’idea astratta, un concetto filosofico ma una realtà teologica:  non siamo al cospetto di una semplice e mera qualità divina, essa non è un accidente ma la natura stessa di divina. E’ il cuore di Dio. 

Dio Padre è fonte, è origine di ogni misericordia: è l’amore sorgivo, puro e gratuito che continuamente si riversa su tutti gli uomini ma che chiede, a questi ultimi, di essere tradotta continuamente  in gesti concreti di carità. 

Possiamo immaginare questo duplice movimento come le braccia di una croce: il braccio verticale è  la misericordia, che scendendo dall’alto porta con se il nucleo dell’Amore divino, del sentire materno e paterno di Dio; il braccio orizzontale è la carità,  quell’amore che si effonde fra gli uomini e per gli uomini,  un amore che si fa prossimo a tutti e guarda tutti come tesori preziosi.

L’opera d’arte che rende forma a questa verità teologica è il capolavoro di Caravaggio : Le sette opere di Misericordia.

Caravaggio, Sette opere di Misericordia, 1607, Napoli

L’opera, commissionata dal Pio Monte della Misericordia,  raffigura, in un’unica scena, le sette opere di misericordia. La scena e’ ambientata in un vicolo napoletano e i personaggi sono persone del popolo.

L’artista dà  all’opera un duplice movimento: verticale ed orizzontale.  In alto si scorgono due angeli che, con le loro poderose ali, sorreggono Maria , Madre di misericordia ( suggerita dall’iconografia tradizionale) e Gesu’ ( in epoca di controriforma era fondamentale sottolineare il primato di Cristo, datore di Grazia). Tutta la sezione rappresenta la Misericordia divina che scende sugli uomini.

Nel registro orizzontale, in basso, sono raffigurate le sette opere di Misericordia. Ovvero ‘come’ il dono divino si deve tradurre. Si  riconoscono:  Cimone in carcere allattato dalla figlia Pero (dar da mangiare agli affamati evisitare i carcerati); dietro il muro del carcere un becchino che avanza trasportando un cadavere e seguito da un sacerdote con una torcia (seppellire i morti); a sinistra, in primo piano, un cavaliere con la piuma (S. Martino), divide il mantello con il povero, raffigurato di spalle, ed accanto un infermo dalle mani giunte (vestire gli ignudi e visitare gli infermi); più indietro, un uomo dal volto emaciato, con una conchiglia sul cappello (S. Giacomo), è accolto dall’uomo di fronte (ospitare i pellegrini); all’estrema sinistra, sul fondo, ecco Sansone che beve dalla mascella d’asino (dar da bere agli assetati). 

Ecco l’invito che Gesù rivolge a quanti lo seguono, tradurre l’amore ricevuto in amore donato.  Perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio…

…in fondo è solo una questione di amore!