Tu sei il Figlio mio, l’amato

Il Battesimo al Giordano

Se con l’Epifania si celebra la prima Rivelazione del Figlio di Dio, con il Battesimo di Gesù si contempla invece la Rivelazione di tutte e tre le persone divine: la SS. Trinità. Le parole di Isaia: Si rivelerà la gloria del Signore
 e tutti gli uomini insieme la vedranno,
 perché la bocca del Signore ha parlato, 
in questo episodio  trovano compimento! Sul Figlio Incarnato scende lo Spirito e contemporaneamente la voce del Padre ne proclama la Gloria: Tu sei il Figlio mio, l’amato.

L’opera d’arte che, in modo unico, esprime iconograficamente questa mirabilia dei, è Battesimo Di Cristo di Piero della Francesca, custodito al National Gallery di Londra.

 

Piero della Francesca, Battesimo di Cristo, 1440-50, National Gallery, Londra.

Il Capolavoro

L’opera, realizzata tra il 1440 e il 1445, fu commissionata  dai camaldolesi di Borgo San Sepolcro. Dedicata alla memoria di Ambrogio Traversari, colui che, durante il Concilio di Firenze del 1439, aveva difeso la teoria romana sul mistero Trinitario. Questo meraviglioso dipinto rende onore sia al priore camaldolese sia alla teologia trinitaria che difese.

La scena è ambientata non in Palestina ma a san Sepolcro (paese di origine del pittore): si riconosce il paesaggio collinare del borgo. Tutto, dai personaggi maggiori al più piccolo dettaglio, è collocato secondo un minuzioso ordine matematico basato sul rapporto aureo, il rapporto geometrico-proporzionale emblema della massima espressione armonica; ciò  dona alla raffigurazione  un carattere di marcato equilibrio e di pacata solennità. Con tale schema compositivo l’artista vuole rendere in immagine il mistero trinitario che si rivela.

Schema di C. Della Costa in Istituto Italiano Edizioni Atlas.

Onore alla SS. Trinità 

E’ possibile tracciare un cerchio, figura simbolica che rimanda alla divinità, che interseca, sovrapponendosi, un quadrato, simbolo della terra, dell’umanità. Nei due, terza figura simbolica, il triangolo.  In esso è posto Cristo, il vero uomo e vero Dio.

C’è un continuo ripetersi, in modi diversi, del numero tre.  Sull’asse verticale scorgiamo Cristo, quasi come una colonna, dalla pelle eburnea,  sulla sinistra l’albero, sulla destra Giovanni Battista. Determinano la ripartizione dello spazio in tre zone precise ed uguali.

C’è però un’ulteriore divisione secondo un’asse orizzontale, prospetticamente orientato, che unisce i tre Angeli, la persona che si sta svestendo  e le  quattro persone in fondo alla scena. I tre angeli, novità iconografica non citati dai vangeli, indossano abiti con i colori che alludono alla Trinità. E’ chiaro il riferimento all’episodio veterotestamentario delle querce di Mamre.  La persona che si sveste è un catecumeno che si sta preparando a ricevere il battesimo; infine gli ultimi quattro sono i farisei citati nel vangelo di Matteo 3,7-11. Quest’asse orizzontale  indica la dimensione umana, quella dove scorre la storia che, intersecandosi con il divino deve scegliere:  aderire al suo progetto di salvezza o negarlo.

 

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