Cristo Re dell’Universo

Il Pantocratore

L’anno liturgico si conclude con la festa Cristo Re dell’Universo.  Essa fu istituita dal papa Pio XI  con la promulgazione dell’enciclica Quas primae   l’11 dicembre 1925.

E perché più abbondanti siano i desiderati frutti e durino più stabilmente nella società umana, è necessario che venga divulgata la cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto più è possibile. Al quale scopo Ci sembra che nessun’altra cosa possa maggiormente giovare quanto l’istituzione di una festa particolare e propria di Cristo Re. (Pio XI, Quas Primae)

Da un punto di vista iconografico l’immagine che più di tutte le altre  raffigura  questa verità di fede è quella del Cristo Pantocratore. Tra le tantissime opere con tale soggetto vi propongo di ammirare il meraviglioso mosaico presente nel Duomo di Monreale.

«Il Παντοκράτωρ, é una raffigurazione di Gesù tipica dell’arte bizantina che, a partire dal VI secolo, é presente in tutti i settori dell’arte: avori, smalti, opere a sbalzo, miniature, cicli affrescati e mosaicali aurei. In verità con tale termine si indica, in modo generico, un’ampia varietà di rappresentazioni del Cristo, riscontrabili fin dagli ultimi anni del IV secolo. Sulla scia delle scene della corte imperiale Gesù viene ritratto in atteggiamento maestoso e severo, a volte seduto su un trono, nell’atto di benedire con le tre dita della mano destra, mentre spesso con la sinistra regge il libro delle Sacre Scritture .

Riguardo al termine non è facile determinarne il significato preciso. Probabilmente sconosciuto al mondo greco classico, è caratteristico invece in ambito religioso: lo ritroviamo in papiri magici e iscrizioni epigrafiche riferite al culto di divinità egizie.

Ma è in ambito giudeo-ellenistico che ha trovato le sue origini: ricorre circa 180 volte  nella versione greca veterotestamentaria dei LXX risalente quindi al III secolo a.C.

E’ spesso associato a titoli divini tra cui Κύριος, θεός ed inserito in contesti di preghiera o comunque teso a sottolineare l’intervento salvifico divino. Nel NT lo ritroviamo invece solo 10 volte e, tranne il riferimento nella lettera ai Corinzi, tutte in contesto apocalittico. In quasi tutti i casi è menzionato in un contesto di giudizio che sottolinea la vittoria di Dio contro i suoi nemici. Così come nell’Antico anche nel Nuovo Testamento il termine non è mai usato da solo.

Ecco perché più che un nome il termine è una interpretazione teologica di Dio, ha una sua Weltanschaulich e presuppone un concetto universalistico, cosmico della potenza divina.

Oltre alla letteratura biblica dei LXX, i Padri … furono influenzati dalla filosofia ionica e stoica che, riferendosi al significato di κρατεω, ne mise in risalto “la conservazione universale dell’essere”, attuata da Dio che abbraccia tutte le sue creature con la sua  δύναμις” ….Usando l’espressione sintetica di Massimo il Confessore é il centro universale, che contiene, accoglie e circoscrive tutte le cose…

Il termine non trovò lo stesso successo presso i padri latini; in effetti alla base c’era la difficoltà di trovare un termine corrispondente. Quello solitamente usato, omnipotens, in effetti è inadeguato come traduzione.

Nell’organizzazione iconica dello spazio liturgico, il Pantocratore fu posto al centro, nel posto più alto della chiesa, ovvero nella calotta della cupola centrale o, a volte, nei catini absidali….Luogo in cui divino e umano, due realtà irriducibili, si incontrano nel sacrificio dell’Eucarestia concretamente celebrata. In tale microcosmo simbolico il Pantocratore diventa segno di ricapitolazione cosmica che tutto contiene e tutto ricongiunge a sé come suo inizio e fine».

Da ANNA CAROTENUTO, Eἰκών: La parola Visiva. Spunti Per una teologia iconica a partire dal Codex Purpureus Rossanensis, Aracne, Roma 2012.

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